Orecchio e Mastoide
ORECCHIO E MASTOIDI: Anatomia, Fisiologia, patologia e terapia dell'orecchio e della mastoide.
Come funziona l'orecchio, la trasmissione del suono, il timpano, la coclea e l'organo dell'equilibrio. Principali patologie a carico di questi distretti.
Definizione e struttura
L' impianto cocleare, vero e propri organo artificiale, è un dispositivo elettronico composto da una parte interna, impiantata nell'orecchio, e da una parte esterna. Si sostituisce fisiologicamente alla coclea, ormai funzionalmente insufficiente mediane segnali elettrici, stimola direttamente le fibre del nervo acustico. La parte esterna comprende il microfono (assomiglia visivamente ad una protesi acustica retro-auricolare) che capta i suoni e li invia all'elaboratore dei suoni o processore (vero e proprio computer ) che, selezionando le componenti più utili del messaggio sonoro, lo trasforma in un codice sonoro elettronico e lo invia al trasmettitore esterno. Questo è un dispositivo che aderisce alla cute mediante un magnete e, per via transcutanea, invia i segnali elettronici alla parte interna dell'impianto e, precisamente, al ricevitore stimolatore che è stato impiantato in una nicchia ossea appositamente preparata durante l'intervento.
Il ricevitore stimolatore contiene un circuito integrato che converte i codici in speciali impulsi elettrici e li invia agli elettrodi. Questi ultimi sono disposti a schiera in un cavo elettrodico di silicone. Che viene posizionate all'interno della coclea durante l’intervento chirurgico. In questa sede invia i segnali elettrici stimolando direttamente le fibre del nervo che a loro volta conducono, attraverso le vie uditive, i messaggi al sistema nervoso centrale.
Il cervello riceve gli impulsi e li decodifica procurando la capacità di intendere i messaggi verbali.
Indicazioni
L'I.C. è indicato in tutti quei soggetti che non possono trarre beneficio dalla protesizzazione acustica tradizionale e presentano una sordità profonda bilaterale ( livelli uditivi oltre i 90 db dai 500 ai 2000 Hz) o una sordità totale. Il candidato ideale è il soggetto sordo postverbale. E' necessario infatti che l'individuo abbia acquisito il linguaggio e ne conservi la memoria ( memoria uditiva ).
Per quanto riguarda i bambini, possono essere impiantati soggetti preverbali o periverbali purchè l'impianto venga eseguito il più precocemente possibile e comunque non oltre il" periodo critico" (da 0 a 3 anni) nel quale può essere imparato il linguaggio.
Selezione
L’approccio alla selezione e alla esecuzione dell’impianto cocleare deve essere il risultato del lavoro coordinato di un team multidisciplinare. Le figure previste sono il chirurgo, l’audiologo, il logopedista, lo psicologo, l’esperto del fitting (mappaggio) dell’I.C. e altre eventualmente necessarie per la valutazione di casi particolari.
Il protocollo per la selezione e la valutazione dei soggetti adulti da candidare all'I.C. è diviso in 6 parti: anamnesi, valutazione audiologica, studio Rxgrafico della coclea, studio psicologico. Valutazione logopedica generale.
Chirurgia
L'intervento prevede una ampia incisione cutanea in sede retro auricolare rettilinea, a S rovesciata, a C o ad U invertita. Più profondamente si incide un lembo muscolo periosteo che viene scollato dal sottostante strato oseeo dell'osso temporale. Viene quindi eseguita una mastoidectomia non molto estesa e creato un accesso, attraverso la timpanotomia posteriore, verso il cavo timpanico che pertanto entra in comunicazione con la cavità mastoidea. Sulla squama temporale viene quindi creato l'alloggiamento circolare per il ricevitore stimolatore e da questo si fa partire un solco osseo che termina nella mastoidectomia e serve per il posizionamento del cavo elettrodico. Quindi viene preparata la finestra rotonda per l'introduzione del cavo multielettrodo. Quindi viene eseguita la cocleostomia che può essere fenestrate (attraverso la finestra rotonda) o promontoriale (sul promontorio, antero-inferiormente alla finestra rotonda). Eseguita la cocleostomia si procede alla introduzione introduzione del cavo multielettrodo nella rampa timpanica della coclea. Si procede quindi al fissaggio dell'impianto (cavo e ricevitore stimolatore) nei rispettivi alloggiamenti. Prima della chiusura della ferita chirurgica si eseguono i tests elettrofisiologici (telemetria, NRT, riflesso stapediale, EABR)
Il decorso post operatorio non comporta problemi particolari e dura circa 3-4 giorni.
A un mese dall'intervento si procede all'attivazione dell'impianto e all'esecuzione del primo mappaggio.
Mappaggio e riabilitazione post-impianto
La prima procedura consiste nella regolazione dell'impianto. In pratica viene elaborata, attraverso l'analisi di un computer, la strategia di stimolazione degli elettrodi e stabilito per ciascuno di essi il livello massimo e minimo di sensazione sonora. Si esegue quindi un bilanciamento della sensazione sonora fra i vari elettrodi. Il paziente viene quindi invitato a utilizzare l'impianto e a seguire il programma riabilitativo. La riabilitazione nel sordo post verbale prevede un percorso che attraverso diverse modalità di stimolazione sonora (suoni e rumori ambientali, suoni strumentali e suoni verbali) fa progredire il paziente attraverso fasi successive di comprensione.
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L'Otoplastica (chirurgia estetica delle orecchie) viene eseguita per modificare la forma, le dimensioni e l'attaccatura delle orecchie al fine di corregggerne l’eccessiva protrusione (cosiddette orecchie "a ventola", "a sventola" o "ad ansa") e rendendole cosi meno evidenti.
L'intervento consente di correggere difetti presenti dalla nascita o post-traumatici (mancanza o perdita parziale o completa dell'orecchio, orecchie troppo piccole o troppo grandi, lobo troppo largo o troppo lungo, ecc.) ed esiti di interventi demolitivi del padiglione auricolare conseguenti all'asportazione di tumori.
Le orecchie non sono mai esattamente uguali anche in situazione di assoluta normalità. Quindi una perfetta simmetria rappresenta un'aspettativa irragionevole.
Non esistono limiti di età per sottoporsi ad una otoplastica, ma è preferibile aspettare la fine dello sviluppo del padiglione auricolare
Visita specialistica
E’ necessaria una visita preliminare in cui si valuteranno le correzioni da apportare. Durante la prima visita il chirurgo dovrà valutare la forma e le dimensioni delle orecchie, che spesso sono molto diverse fra di loro, e illustrarvi la tecnica chirurgica più appropriata per conseguire il miglior risultato possibile.
Il chirurgo dovrà inoltre valutare il vostro stato di salute per escludere alterazioni quali pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione, che potrebbero alterare il risultato finale dell'intervento.
Al termine della visita il chirurgo, d'accordo con voi, sceglierà la forma delle orecchie più adatta alla fisionomia e all'estetica del vostro volto.
Preparazione all'intervento
Bisogna evitare di assumere aspirina per 2 settimane prima e 2 settimane dopo l’intervento ( l'aspirina riduce la capacita di coagulazione del sangue e facilita il sanguinamento ). Si consiglia alle pazienti in trattamento con contraccettivi orali di interrompere l’assunzione di tali farmaci un mese prima dell'intervento.
L' intervento
L'intervento di Otoplastica può essere eseguito sia in anestesia locale che in anestesia generale (nei bambini).
L'anestesia locale in genere viene utilizzata per pazienti adulti o adolescenti, preferibilmente al di sopra dei 15 anni e consiste nell'infiltrazione del campo operatorio con anestetico locale al fine di eliminare la sensibilità dolorosa.
L'anestesia generale è utilizzata per pazienti al di sotto dei 15 anni. L'operazione dura approssimativamente da 1 a 2 ore e non è dolorosa.
L'intervento consiste nell'incisione e nella rimozione di una piccola losanga di cute sulla parte posteriore del padiglione auricolare. La cartilagine viene esposta e viene rimodellata . Alla fine dell’intervento viene applicata una fasciatura a forma di turbante intorno alla testa in modo da proteggere entrambe le orecchie.
Nella otoplastica le incisioni sono assolutamente invisibili in quanto nascoste dietro il padiglione auricolare.
Il postoperatorio
Più che dolore il paziente avvertirà una sensazione di fastidio nel periodo post-operatorio ma questa è in genere di poca entità e comunque di breve durata e può essere ridotta o eliminata con i normali analgesici.
La medicazione sarà rimossa dopo 2-3 giorni ed il paziente indosserà una fascia elastica che terrà giorno e notte per una settimana circa. Alla rimozione della medicazione, le orecchie potranno apparire gonfie e bluastre.
Tale situazione è normale e migliora in una o due settimane. Un modesto gonfiore potrà essere notato per 2 - 4 settimane ancora. I punti di sutura vengono rimossi dopo 8-10 giorni. I capelli potranno essere lavati soltanto dopo la rimozione della medicazione, e cosi anche tinture ed altri trattamenti.
Dal giorno successivo potrà essere ripresa una dieta normale. Si sconsiglia di bere alcoolici per una settimana dopo l’intervento e di non esporre le orecchie a temperature troppo fredde o troppo calde per un periodo di un mese dopo l’operazione.
Complicanze
L'Otoplastica non ha assolutamente alcun effetto negativo sull'udito.
Le complicazioni, nell'otoplastica, sono rare.
Il sanguinamento può presentarsi durante il primo giorno post-operatorio e potrebbe essere necessario cambiare la medicazione.
Raramente sierosità o sangue potrebbero raccogliersi tra la cute e la cartilagine (otoematoma) rendendo necessario riaprire in parte la ferita per drenarli.
Anche le infezioni sono rare e rispondono generalmente molto bene alla terapia antibiotica.
Cicatrici ipertrofiche o cheloidi potrebbero formarsi sulla faccia posteriore dell'orecchio per motivi non dipendenti dall'intervento ma legati alla naturale tendenza di alcuni organismi a produrre questo tipo di cicatrici.
La loro formazione potrebbe rendere necessaria la rimozione chirurgica o un trattamento con iniezioni di cortisone. Occasionalmente l’orecchio, dopo un certo periodo di tempo, potrebbe ritornare nella posizione pre-operatoria. In una situazione del genere, l’operazione dovrebbe essere ripetuta, ma questa evenienza è estremamente rara.
Ripresa della attività fisica
L'attività fisica dovrà subire limitazioni per due settimane. La guida dell’ automobile può essere ripresa dopo 3 giorni.
Le attività sportive leggere potranno essere riprese dopo 2, mentre per gli sport più pesanti sarà preferibile attendere 4 - 6 settimane.
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In base alla sede in cui è localizzato il danno l’ipoacusia viene classificata in:
- Trasmissiva
- Neurosensoriale
- Mista
- Centrale
Ipoacusia Trasmissiva
In questo caso il danno è localizzato nell’orecchio esterno o in quello medio, ossia in quella parte dell’orecchio deputata alla trasmissione meccanica del suono.
Le cause sono:
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Malformazioni congenite dell’orecchio, che consistono nella mancanza o nella malformazione del padiglione auricolare (aplasia o ipoplasia) cui spesso si associa un’assenza o un’occlusione del condotto uditivo esterno (atresia) e/o un mancato sviluppo parziale o totale della cassa timpanica e degli ossicini (aplasia).
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Infezioni dell’orecchio esterno
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Perforazione timpanica, può avere varie origini traumatica, conseguente ad un’infezione dell’orecchio medio, iatrogena (a seguito di interveti chirurgici o manovre di pulizia sull’orecchio).
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Otite, processo infiammatorio dell’orecchio medio.
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Ototubarite, disfunzione della tuba di Eustacchio.
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Timpanosclerosi, spesso causato da ripetuti episodi di otite acuta dell’infanzia, che determinano esiti cicatriziali, retrazioni, aderenze. Caratteristica è la presenza di placche calcaree della mucosa o della cassa e/o della membrana timpanica che compromettono la funzione della struttura vibratoria.
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Otosclerosi, malattia che genera una crescita anomala di tessuto osseo e spugnoso tale da impedire la trasmissione del suono.
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Discontinuità della catena ossiculare, frattura o lussazione degli ossicini.
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Colesteatoma, o meglio l’otite media cronica colesteatomatosa è una malattia caratterizzata da un accumulo di pelle all’interno dell’orecchio medio. La forma più frequente è quella di una ciste che cresce molto lentamente distruggendo progressivamente le strutture dell’orecchio medio. Può avere varie origini congenite o secondarie.
Ipoacusia neurosensoriale
Il danno è localizzato nell’orecchio interno, che diventa incapace di trasformare le vibrazioni sonore in impulsi nervosi. Questo tipo di ipoacusie vengono suddivise ulteriormente in cocleare e retrococleare.
Le cause sono:
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Presbiacusia: perdita uditiva conseguente all’invecchiamento generalizzato del sistema uditivo ma in particolare delle cellule cigliate della coclea, essa è generalmente bilaterale ed interessa in un primo momento le frequenze acute, giungendo solo in un secondo momento ad interessare quelle medie e basse.
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Ipoacusia da trauma acustico: le cellule cigliate possono venire danneggiate dalla prolungata e ripetuta esposizione a livelli sonori di elevata intensità.
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Ipoacusia da farmaci ototossici:alcuni farmaci possono danneggiare le cellule cigliate.
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Ipoacusia da virus di varia natura: che vanno a danneggiare le cellule cigliate ed il nervo acustico (parotite epidemica, rosolia, meningite).
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Sindrome di Ménière: malattia in cui oltre alla perdita uditiva si hanno vertigini, sensazione di orecchio chiuso ed acufeni.
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Ipoacusia improvvisa: spesso dovute a cause sconosciute (è molto importante intervenire subito!).
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Neurinoma dell’acustico: neoplasia benigna del nervo acustico che con la sua cresctia determina una progressiva sofferenza del nervo acustico.
Ipoacusia congenita (dalla nascita) che vengono suddivise in:
A) Ereditarie (malformaz. genetiche)
- Prenatali
- Infettive
- Parassitarie: sifilide, toxoplasmosi
- Microbiche
- Virali: rosolia, morbillo, citomegalovirus
- Tossiche
- Esogene: antibiotici, alcool, fumo
- Endogene: alterazione del metabolismo glucidico, insufficienza renale
- Infettive
B) Acquisite
- Perinatali
- Ittero
- Ipossia
- Postnatali
- Infettive: Meningoencefalite, Parotite epidemica, Morbillo
Herpes zoster, Virus influenzali - Traumatiche
- Tossiche (antibiotici)
- Infettive: Meningoencefalite, Parotite epidemica, Morbillo
Ipoacusia mista
Come dice il nome stesso, l’ipoacusia mista presenta aspetti sia dell’ipoacusia trasmissiva che neurosensoriale.
Le principali cause sono:
- Malformazioni congenite dell’orecchio che coinvolgono le tre parti dell’orecchio esterno, medio, interno.
- Otosclerosi: il processo infiammatorio coinvolge sia l’orecchio medio che la coclea.
- Otiti croniche: l’infezione si estende oltre l’orecchio medio e va ad interessare il labirinto
Ipoacusia centrale
Il centro dell’udito è situato nel cervello. A volte, i suoni inviati dall’orecchio, pur raggiungendo questo organo non vengono correttamente interpretati. Si parla allora di sordità centrale. In questo caso il compito dell’audiologo è limitato e deve essere opportunamente integrato dagli esami neurologici e psicologici.
Le principali cause sono:
- Malattie da demielinizzazione delle vie nervose.
- Malformazioni o mancanza dei centri uditivi dal tronco encefalico al cervello.
Gradi e livelli di sordità
Per sordità si intende una condizione patologica caratterizzata da una perdita totale o parziale dell’udito. Il termine medico usato usualmente per indicare questo tipo di patologia è IPOACUSIA (diminuzione della capacità uditiva).
Gradi di sordità.
Le ipoacusie vengono suddivise in più classi: lieve, moderata, severa e profonda. Ogni grado di sordità presenta diversi problemi da affrontare e necessita di un trattamento e di una tecnologia specifica
Grado di perdita uditiva |
Livello in dB(decibell) del deficit acustico | Possibili problemi adulto | Possibili problemi bambino |
Normacusico | 0-15 | Nessuno | nessuna compromissione a livello linguistico |
Lieve | 16-25 | Una persona che ha questo tipo di perdita può avere una minima difficoltà di ascolto in un ambiente rumoroso o di parole sussurrate. | Possono presentarsi difficoltà nella percezione di alcune consonanti e può essere richiesto, a seconda dei casi, un intervento protesico-logopedico o chirurgico per la risoluzione delle patologie dell'orecchio medio. |
Media | 26-40 | Una persona che ha questo tipo di perdita può avere una minima difficoltà di ascolto in un ambiente rumoroso o di parole sussurrate. | Vengono percepiti correttamente solo alcuni fonemi ad una intensità elevata ed è presente un ritardo di acquisizione fonemica e di linguaggio; in questo caso un intervento protesico-logopedico o chirurgico per la risoluzione delle patologie dell'orecchio è necessario. |
Moderata | 41-65 | Una persona che ha questo tipo di perdita ha difficoltà in una normale conversazione senza l'aiuto di un'amplificazione. | Non viene percepita la maggior parte dei suoni linguistici a livello di conversazione e sono presenti ritardi di linguaggio e di apprendimento; gli interventi riabilitativi sono analoghi ai precedenti con l'aggiunta in alcuni casi di un supporto educativo nella scuola. |
Severa | 66-95 | Una persona che ha questo tipo di perdita avrà difficoltà considerevoli non solo nell'udire una conversazione ma anche i rumori ambientali senza l'aiuto di un'amplificazione. |
Non viene percepito alcun suono linguistico a livello di conversazione e sono presenti gravi problemi di acquisizione fonologica, ritardi di linguaggio e di apprendimento; gli interventi riabilitativi sono analoghi ai precedenti con l'obbligo di un supporto educativo nella scuola. |
Profonda | > 96 | Una persona con questo tipo di perdita trarrà uno, scarso beneficio dal solo input uditivo e si aiuterà attraverso soprattutto la vista (labio-lettura) e gli altri sensi. | Non viene percepito alcun suono linguistico e ambientale, sono presenti gravi problemi di acquisizione fonologica, ritardi di linguaggio e di apprendimento; gli interventi riabilitativi sono analoghi ai precedenti con l'obbligo di un supporto educativo nella scuola. |
E' bene chiarire come l'epoca d'insorgenza della sordità abbia però diversi effetti sullo sviluppo comunicativo nel bambino affetto da ipoacusia neurosensoriale. A tale riguardo in ambito audiologico viene comunemente usata la suddivisione in due categorie:
preverbale e postverbale, anche se all'interno di ciascuna di esse esistono significative differenze.
Per sordità "preverbale" intendiamo due tipi di ipoacusia:
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ipoacusia insorta prima dell'inizio del processo di acquisizione del linguaggio che viene comunemente fissato intorno all'anno di età, momento in cui il canale uditivo diventa l'organizzatore principale dello sviluppo linguistico;
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ipoacusia insorta tra il primo ed il terzo anno di età, epoca in cui il bambino dovrebbe aver raggiunto la struttura sintattico-grammaticale minima propria del linguaggio dell'adulto.
L'età del soggetto al momento d'insorgenza dell'ipoacusia costituisce uno dei fattori predittivi, unitamente alle abilità cognitive e linguistiche possedute dal bambino, del possibile utilizzo del canale uditivo con le conseguenti ripercussioni sull'organizzazione centrale. L'insorgenza di una sordità profonda in epoca preverbale in un bambino in cui lo sviluppo comunicativo è già iniziato può facilitare l'adattamento alle protesi acustiche ed all'eventuale impianto cocleare, oltre che i successivi apprendimenti linguistici.
Nelle sordità "postverbali" in epoca infantile distinguiamo:
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le ipoacusie insorte nella prima infanzia, dai tre ai sette anni, periodo in cui le abilità comunicativo-linguistiche anche se acquisite non sono ancora del tutto consolidate;
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le ipoacusie insorte nella seconda infanzia, dai sette ai diciotto anni, periodo in cui il
linguaggio verbale è già consolidato.
Nel primo caso l'insorgenza di una sordità severa o profonda provoca il più delle volte una rapida regressione delle abilità linguistiche, mentre nel secondo caso si assiste a quadri diversi per lo più legati allo sviluppo psicointellettivo del soggetto.
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Fisiologia dell'orecchio
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Il suono viene raccolto dal padiglione auricolare e veicolato dal canale uditivo colpisce la membrana timpanica
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Le onde sonore causano la vibrazione della membrana timpanica attivando la catena degli ossicini dell'orecchio medio
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Questo movimento muove il liquido all'interno delle strutture dell'orecchio medio(coclea), provocando il movimento delle cellule ciliate
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Le cellule ciliate trasformano il movimento in impulsi elettrici che vengono veicolati tramite il nervo uditivo al cervello: in questo modo viene percepito il suono
Le onde sonore che si propagano nell’aria entrano nel canale uditivo grazie al padiglione auricolare che raccoglie e convoglia le onde sonore per porre in vibrazione la membrana del timpano. Queste vibrazioni sono trasmesse alla catena degli ossicini, in particolare le vibrazioni del timpano muovono il martello che a sua volta agisce sull’incudine e di conseguenza sulla staffa che vibra nella finestra ovale.
Il movimento della finestra ovale esercita una pressione sui liquidi all’interno del condotto cocleare della chiocciola, nell’orecchio interno. I movimenti di questi liquidi sono ritmici come sono ritmiche le onde sonore che hanno investito la membrana timpanica. Questi movimenti producono la stimolazione delle cellule sensitive(cellule ciliate) dell’organo del Corti e la generazione degli impulsi nervosi nel nervo acustico diretti ai centri uditivi dell’encefalo, in particolare nell’area uditiva della corteccia del lobo temporale.
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L’orecchio esterno.
Consiste nel padiglione auricolare e nel condotto uditivo esterno. Il padiglione auricolare ha una struttura cartilaginea ed una superficie laterale irregolare per la presenza di multiple pieghe, esso raccoglie i suoni e li convoglia al condotto uditivo esterno. Questo è un canale di forma cilindrica, osseo nel suo terzo mediale e cartilagineo nei due terzi laterali, esso ha una direzione dall’esterno verso l’interno e dall’avanti indietro e termina con la membrana timpanica, complessa struttura fibrosa che separa l’orecchio esterno dall’orecchio medio. In questo condotto sono presenti alcune ghiandole che secernono il cerume il quale ha la funzione di proteggere il canale uditivo dall’ingresso di sostanze estranee.
L’orecchio medio.
E una cavità piena d’aria, scavata all’interno dell’osso temporale ed è così sottile da poter contenere a malapena 5-6 gocce d’acqua. Questa cavità contiene i tre ossicini dell’udito: il martello, l’incudine e la staffa che sono uniti tra loro e alla cassa timpanica per mezzo di articolazioni e legamenti. Essi formano una sorta di catena che va dalla membrana del timpano fino alla finestra ovale.
Nel martello è possibile distinguere un manico ed una testa. Il manico è attaccato alla faccia interna della membrana del timpano mentre la testa di forma tondeggiante si articola con l’incudine. Quest’ultima è attaccata da un lato al martello e dall’altro alla staffa che a sua volta appoggia sulla membrana della finestra ovale.
Anteriormente la cavità dell’orecchio medio è collegata con il rino-farine, cioè quella parte della faringe localizzata dietro le fosse nasali, attraverso la tuba di Eustachio. Grazie a questo canale la pressione che è esercitata sulla faccia interna della membrana del timpano è uguale a quella che è esercitata sulla faccia esterna, cioè la pressione atmosferica. Quando si deglutisce o sbadiglia l’aria passa rapidamente attraverso l’apertura della tuba permettendo di sopperire alla diminuzione della pressione intra-timpanica dovuta al continuo assorbimento di aria legato ai fisiologici processi di scambio di gas con i liquidi extracellulari. Tale meccanismo è di fondamentale importanza perché la membrana del timpano può vibrare in maniera ottimale solo quando le pressioni sui suoi lati sono uguali.
L’orecchio interno.
Consiste in una serie di cavità scavate all’interno dell’osso temporale, dette labirinto osseo, le quali contengono al loro interno delle strutture membranose che ne ripetono la forma, denominate labirinto membranoso. Queste cavità sono riempite da fluidi che sono : la Perilinfa, per composizione simile ai liquidi extra-cellulari, posta tra il labirinto osseo e quello membranoso e l’Endolinfa, per composizione simile ai liquidi intracellulari, che riempie il labirinto membranoso. Le cavità che compongono il labirinto osseo sono: vestibolo, chiocciola e tre canali semicircolari. Il labirinto membranoso è formato dall’utricolo e dal sacculo contenuti all’interno del vestibolo, dal condotto cocleare all’interno della coclea e dai canali semicircolari membranosi all’interno di quelli ossei.
Il vestibolo è situato tra la coclea ed i canali semicircolari e comunica con l’orecchio medio per mezzo della finestra ovale. L’utricolo ed il sacculo contengono sulle loro pareti cellule provviste di ciglia sulle quali è posta una membrana entro la quale sono situati piccoli cristalli di carbonato di calcio detti otoliti. Gli otoliti rendono la membrana sensibile alla forza di gravità quindi la flettono in maniera diversa quando il corpo cambia posizione determinando la flessione delle ciglia. Le cellule ciliate sono collegate con le fibre nervose che appartengono al nervo vestibolare (porzione del nervo acustico, ottavo dei 12 nervi cranici). Il movimento della testa causa il contatto tra la membrana e le ciglia, causando l’attivazione della cellula cigliata, la quale stimola i recettori nervosi in modo che il nervo conduce gli impulsi al cervello dove vengono elaborate le sensazioni legate alla forza di gravità ed i riflessi di raddrizzamento (che consistono in risposte muscolari tendenti a ripristinare la normale posizione del corpo e delle sue parti quando questa sia stata alterata).
La coclea forma la parte anteriore del labirinto osseo, assomiglia al guscio di una lumaca e consiste di un canale spirale che svolge due giri e mezzo circa, attorno ad un cono osseo centrale. Al suo interno si trova il condotto cocleare che suddivide lo spazio interno alla coclea in due parti, una sovrastante ed una sottostante il condotto cocleare stesso. All’interno del condotto cocleare, lungo tutta la sua lunghezza è appoggiato l’organo del Corti.
L’Organo del Corti è costituito da cellule di sostegno e da cellule sensitive acustiche che rappresentano i recettori uditivi. Esse sono dotate di ciglia le quali si bagnano nel liquido del condotto cocleare(endolinfa). Sopra l’organo del Corti è posta la membrana tettoria che sovrasta i peli delle cellule acustiche. Quando la base del condotto cocleare vibra (membrana basilare), determina un avvicinamento dei peli alla membrana tettoria che causa l’attivazione delle cellule acustiche. Lo stato di eccitazione viene trasmesso ai centri acustici del cervello tramite le fibre nervose del nervo acustico cocleare.
I canali semicircolari ossei sono tre, all’interno dei quali ci sono i canali semicircolari membranosi. Ognuno di essi contiene un liquido(endolinfa) ed è connesso all’utricolo che si trova all’interno del vestibolo osseo. Uno dei due estremi di ciascun canale è dilatato a forma di ampolla, all’interno di queste dilatazioni sono contenute delle cellule ciliate sovrastate da una sostanza gelatinosa che non contiene otoliti. Nei rapidi movimenti di rotazione della testa e del corpo si creano dei flussi di endolinfa che vanno a flettere le ciglia determinando l’eccitazione delle cellule nervose (ciliate) e l’attivazione dei riflessi che tendono a mantenere il corpo in equilibrio e la visione stabile.
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